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COME E PERCHÈ NON FIDARSI COMPLETAMENTE DELLA SCRITTRICE DI QUESTO BLOG

Gentile pubblico, grazie per aver scelto di visitare il mio sito e in particolare questo blog che prende vita oggi da una mano che, a dirla tutta, non è proprio la mia.
Chiedo, quindi, una comprensione maggiore del solito se vi dico che “Chi” realmente scrive questa pagina non è Monia Dell’Aquila – così come alcuni di voi la conoscono o se la aspettano – ma è lo spirito insolente che abita da tempo immemore il mio corpo e con il quale ora convivo con rassegnazione. Si, sono posseduta e senza dubbio è una donna.

Questa spina nel fianco che tortura da sempre me e le persone che mi hanno conosciuta, è letteralmente ossessionata dalla libertà e dalla verità e non è in grado di chiedere scusa per nessuna di queste due cose nemmeno sotto tortura.
Quindi sappiate che, se questa penna dovesse offendere con le sue disquisizioni le vostre religioni, le vostre idee, le vostre opinioni, la vostra scienza e le vostre immagini della realtà, vi chiedo io, per prima, al suo posto, profondamente scusa in anticipo (mentre lo dico, mi si è “casualmente” versato il bicchiere d’acqua sulle gambe!).
Come vedete, con uno spirito così c’è poco da divergere.

Questa donna invisibile che abita il mio corpo e la mia mente e che ha completamente sabotato i miei potenziali matrimoni e il mio posto fisso da impiegata comunale, non si è fatta nessun problema nell’incitarmi, con le buone e con le cattive, a mettermi su questa strada che è quella della mia attuale professione: la strada dell’operatrice olistica.

Ora vi racconto com’è andata.

Sono nata in Puglia, ad Oria in provincia di Brindisi e vivo a Bologna dal 2004 per una scelta che, secondo il parere di alcuni che mi conoscono, sarebbe stata una scelta “coraggiosa” per il fatto che, quando sono partita, non avevo molti soldi e a dirla tutta non sapevo né dove avrei alloggiato né dove avrei lavorato una volta arrivata.
Ma, dovete sapere, che è così che devo comportarmi con la screanzata che si è impossessata di questo corpo: mi dice vai e io vado. Mi dice rimani e io rimango.

La mia identità professionale era soltanto all’inizio.

Ma torniamo quindi un attimo indietro. Poco prima di questo “trasloco” dalla Puglia a Bologna, una volta compiuti gli anni del liceo, ho sentito una vocazione all’aiuto che non riuscivo a decifrare bene: insegnamento? Psicologia? Medicina? Gli anni novanta non sono stati mica uno scherzo!!!??? Eh!
Per spiegare meglio la nebbia che stavo affrontando bisogna chiarire che venti anni fa la società era all’inizio di un grande cambiamento (tecnologico soprattutto) e l’aria che si respirava era difficilmente decifrabile.

Questi indirizzi standard davanti a me non mettevano in pratica una visione di “cura” che avesse come sapere di riferimento la metafisica. Quello che io intuivo era che l’aiuto alla persona poteva anche passare attraverso il recupero della relazione Uomo-Cosmo.
Ma poi ero io che nutrivo queste visioni o Lei, l’invadente? Boh, andiamo avanti.

Ispirata dalla metafisica che avevo incontrato al liceo, per me era assolutamente applicabile la visione che la realtà percepita con i sensi fisici non fosse l’unica.
Come sicuramente sapete, i temi che tocca la metafisica sono: la relazione tra uomo e un eventuale principio motore del Tutto, come può essere Dio, per esempio; oppure la relazione tra uomo e il destino o le relazioni che esistono all’interno della materia e degli eventi.
Ecco, a cosa mi iscrissi, invece, io? Scienze politiche. Ma lo spirito insolente che abitava dentro di me mi fece (sempre “casualmente”) conoscere la signora Egle e mi strappò per sempre ai banchi universitari.

La signora Egle era la direttrice di una scuola di estetica di Brindisi, che da giovane aveva concluso un percorso di Shiatsu a Milano.
Con lei, mi appassionai tantissimo al massaggio connettivale e al linfodrenaggio.
Mi accorgevo che, toccando una persona, mi esponevo a un processo di conoscenza molto più profondo.
Ma lei, la signora Egle, non potette insegnarmi lo Shiatsu e fu così che mi trasferii a Bologna e mi iscrissi a una formazione triennale di Shiatsu.

Nonostante fossi anche discretamente brava nel fare le cerette, il mondo dell’estetica mi faceva ribrezzo: non sono andata mai a un Cosmoprof in vita mia e i discorsi sulla cosmesi mi annoiavano.

Molto mi ha insegnato lo Shiatsu con la sua filosofia, il Taoismo, che è anche una religione ma che è soprattutto una visione che semplifica il concetto del “Tutto” nell’equilibrio tra lo Yin e lo Yang, forze opposte e complementari.

Poi (sempre “casualmente”) ho incontrato un esponente di un ordine esoterico qui a Bologna che mi ha introdotto profondamente al concetto di Coscienza come un vasto mare di contenuti in cui l’essere umano è immerso e al quale si espone come un’ antenna, potendo attingere a livelli di consapevolezza diversi e ricevendo conoscenze diverse in base ai propri raggiungimenti spirituali (la cosiddetta Gnosi).

Questo incontro ha segnato un punto di non ritorno per me, aprendomi a una prospettiva che mi ha profondamente attratta e cambiata irrevocabilmente. Lo spirito indomito e insolente che abita dentro di me aveva capito che io avevo capito.
Ero sulla strada.

Da lì poi mi sono avvicinata al mondo della Kabbalah, poi a quello delle tecniche energetiche per la libertà da emozioni dolorose e credenze limitanti e poi delle Costellazioni familiari.

Diventare operatrice olistica, per me, è stata un’apertura verso una visione più complessa della realtà, un invito a uscire dalla logica lineare delle cose e ad abbracciare una comprensione più profonda e interconnessa della vita.

Nel prossimo articolo qualcosa in più su quello che ho imparato!
Nel frattempo, la mia cara spiritella indomita sorride sorniona e vi saluta.